Una governance solida non è un faldone in archivio, ma un modo di lavorare. Serve per prevenire attacchi, ridurre l’impatto degli incidenti e garantire continuità operativa. Un modello efficace parte da ruoli chiari, metodi riconosciuti e misurazione continua. Qui trovi la traccia per costruirlo, con indicazioni pratiche su come integrare i requisiti di NIS2 con quelli del GDPR senza duplicare attività.
Ruoli e responsabilità: chi fa cosa
Definisci un perimetro decisionale chiaro. Il CISO guida strategia, rischio e risposta agli incidenti. Il DPO presidia la protezione dei dati personali e l’accountability privacy. La Compliance coordina politiche, audit e normative di settore. Formalizza una RACI su processi chiave (backup, patching, accessi, incident response). Così eviti sovrapposizioni e “terre di nessuno”.
Framework: usare standard per andare più veloci
Gli standard non sono burocrazia: sono scorciatoie intelligenti. ISO 27001 ti dà la struttura dell’ISMS (politiche, rischi, controlli). NIST CSF aiuta a comunicare con la direzione in cinque verbi: Identify, Protect, Detect, Respond, Recover. COBIT collega il controllo IT alla governance aziendale. Scegline uno come “spina dorsale” e mappa gli altri per coprire i gap.
Comitato sicurezza: la cabina di regia
I rischi cyber sono rischi d’impresa. Crea un Comitato di Sicurezza con direzione, CISO, IT/OT, Legal, HR, Operations. Frequenza mensile, agenda fissa: stato rischi, incident recenti, KPI, decisioni su priorità e budget. La governance esiste davvero quando le decisioni sono tracciate e misurabili.
Mappare processi e asset critici
Non si protegge tutto allo stesso modo. Mappa processi core (vendite, produzione, supply chain, finanza), asset e dipendenze. Classifica in base a impatto su fatturato, reputazione e compliance. Il registro dei trattamenti del GDPR e l’inventario asset per NIS2 possono convergere in un’unica vista: meno ridondanze, più coerenza.
Gestione del rischio: metrica prima, tecnologia dopo
Calcola il rischio come combinazione di probabilità e impatto. Definisci criteri di accettazione, trasferimento (es. assicurazioni), mitigazione e rifiuto. Usa una scala semplice (basso/medio/alto) e collega ogni rischio a controlli concreti: MFA, segmentazione, hardening, backup immutabili, logging centralizzato. La direzione decide con numeri, non con impressioni.
Controlli essenziali: il minimo che deve esserci
Imposta controlli base trasversali: MFA sugli accessi critici, gestione patch con finestre definite, backup 3-2-1 testati, EDR/MDR per endpoint, SIEM/SOAR per log e automazioni, DLP di base dove transitano dati personali e sensibili. A rete, applica segmentazione e regole “deny by default”. Sono i mattoni della resilienza.
Monitoraggio continuo e audit periodici
Se non misuri, non governi. Definisci un cruscotto con KPI: MTTD/MTTR, patch compliance, tasso di phishing fallito, esito test di restore (RPO/RTO), numero di eccezioni a policy e tempo di chiusura. Pianifica audit trimestrali interni e, quando serve, verifiche esterne. I risultati alimentano il piano di miglioramento.
Integrazione NIS2 e GDPR: una regia unica
NIS2 alza l’asticella per sicurezza di rete e sistemi su servizi essenziali e importanti. Il GDPR si concentra su dati personali e diritti degli interessati. Hanno punti in comune: notifiche tempestive degli incidenti, responsabilità del top management, tracciabilità delle decisioni. La chiave è unire i due mondi in processi condivisi.
Punti in comune da sfruttare
- Notifica incident: unico processo con criteri di gravità, canali, tempi e ruoli.
- Responsabilità della direzione: il Comitato sicurezza copre entrambi i domini.
- Documentazione: policy, registro trattamenti, inventario asset, evidenze tecniche e decisioni su rischio.
Differenze da rispettare senza duplicare
- Ambito: GDPR tutela dati personali; NIS2 tutela la continuità e la sicurezza dei servizi.
- Autorità: per il GDPR il Garante; per NIS2 l’ACN con i CSIRT.
- Sanzioni e obblighi di settore: mappa chi sei (essenziale/importante) e adegua i controlli minimi NIS2, senza perdere i principi privacy by design.
Processi integrati che semplificano la vita
- Incident response unico con due binari: sicurezza e privacy. Stessa regia, evidenze distinte.
- Vendor e supply chain: un solo processo di due diligence con clausole tecniche e privacy, verifiche periodiche, diritto di audit.
- Change management: ogni modifica rilevante valuta impatti su sicurezza e dati personali, prima del rilascio.
- Formazione: un programma annuale che copre phishing, gestione dati, uso sicuro degli strumenti e segnalazioni.
Roadmap 90 giorni per partire
- 0–30 giorni: assessment governance, mappa ruoli, registro trattamenti e inventario asset; avvio Comitato.
- 31–60 giorni: definizione rischio e controlli minimi; aggiornamento policy; processo unico di incident con flusso verso Garante/ACN.
- 61–90 giorni: KPI live, primo audit interno, piano di miglioramento, calendario formazione e test di crisi (tabletop).
KPI da portare in direzione
- Percentuale asset critici con MFA e patch entro SLA.
- Tempo di notifica incident rispetto agli standard interni.
- Esito test di restore e rispetto di RPO/RTO.
- Numero di non conformità e tempo medio di chiusura.
- Adozione formazione e riduzione click su phishing simulato.
Conclusione
La governance è un processo continuo fatto di ruoli chiari, metodi riconosciuti e numeri che guidano le decisioni. Integrare NIS2 e GDPR in una sola regia riduce attriti, accelera la risposta e dimostra accountability verso clienti e autorità. Vuoi una roadmap operativa con RACI, policy, processo di incident integrato e KPI pronti per la direzione? Sfera Informatica può accompagnarti dall’assessment al rollout, con template, formazione e supporto all’audit.


