La convergenza IT/OT unisce uffici, data center e fabbrica in un’unica architettura.
Risultato atteso: più visibilità, meno isole, processi più rapidi.
Rischio reale: aumentare la superficie d’attacco e contaminare l’OT con i problemi tipici dell’IT.
Qui trovi 5 consigli pratici — sicurezza, resilienza, CAPEX/OPEX, standard — e una traccia operativa per passare dall’idea al rollout senza fermare la produzione.
1) Sicurezza by design con SDN e segmentazione “a prova di OT”
La sicurezza in ambienti misti non è un firewall più grande: è architettura.
Usa Software-Defined Networking (SDN) per applicare policy coerenti tra linee e uffici, con micro-segmentazione che separa celle/linee/PLC da IT e cloud.
Applica Zero Trust: autenticazione forte di dispositivi e utenti, ACL perimetrali per protocolli OT (Modbus, Profinet, OPC UA), allow-list minimale e monitoraggio continuo.
Dove serve, integra soluzioni off-the-shelf (NAC, IDS/IPS OT, firewalls L7) già “parlanti” con protocolli industriali.
2) Affidabilità e resilienza: recovery sotto i 50 ms
L’OT non perdona i downtime.
Progetta l’ICT integrata con ridondanza a livello di link, alimentazione e controllo, usando protocolli con convergenza ~50 ms (ad es. anelli industriali, FRR, HSR/PRP dove richiesto).
Inquadra le zone con il Purdue Model (Levels 0–3, DMZ industriale) e prevedi maintenance windows coordinate con la produzione.
Obiettivo: mantenere i determinismi di fabbrica, anche durante guasti o aggiornamenti.
3) Riduzione CAPEX: eliminare ridondanze inutili
Le reti nate separate tendono a duplicare tutto: cavi, canaline, UPS, switch, armadi.
Una rete convergente e ben segmentata evita doppioni e riduce l’hardware da acquistare e mantenere.
Standardizza modelli e configurazioni, centralizza la fornitura, consolida gli armadi periferici, evita apparati “one-off”.
Il risparmio CAPEX nasce da design unificato e riuso di competenze e apparati.
4) Riduzione OPEX: gestione unificata e automazione
Porta provisioning, patching e monitoraggio in un’unica piattaforma.
Automatizza con template per VLAN/VRF, QoS, policy di sicurezza, profili per linee e reparti.
Usa telemetria e observability per allarmi proattivi (latenza, jitter, errori, perdite), con dashboard condivise tra OT e IT.
Meno giro manuale, meno errori, MTTR più basso.
5) Standard e compatibilità: niente lock-in, massima interoperabilità
Prediligi dispositivi basati su standard per L2/L3 ad alte prestazioni, multicast e tabelle MAC capienti.
Per l’OT, adotta IEC 62443 (zone & conduits, hardening, gestione patch) e allinea la governance a NIS2.
Valuta TSN (Time-Sensitive Networking) dove serve determinismo su Ethernet.
Includi TLS/OPC UA per dati sicuri tra campo e MES/SCADA.
Criteri decisionali: OT vs IT
Per i decisori OT la triade è: sicurezza, prestazioni, costo.
Per i decisori IT aggiungi: privacy, disponibilità, gestibilità, compatibilità, integrazione, flessibilità.
La convergenza funziona quando entrambe le prospettive sono rappresentate nella RACI di progetto.
Architettura di riferimento in breve
- Zone OT per celle/linee, segmentate in VRF/VLAN con ACL “deny-by-default”.
- DMZ industriale tra OT e IT, con proxy, broker OPC UA, jump host e ispezione.
- Backhaul ridondato (LAG/ECMP) verso core/SD-WAN e servizi.
- Identity unificata (MFA/Certificates) per operatori e manutentori; bastion host per accessi remoti.
- Data layer verso MES/ERP/Cloud con filtraggio, normalizzazione e pub/sub controllato.
Roadmap 30-60-90 giorni
- 0–30 giorni: assessment con inventario asset OT/IT, mappa flussi e protocolli, gap su sicurezza e resilienza; definizione zone & conduits e requisiti deterministici.
- 31–60 giorni: PoC SDN/micro-segmentazione su una linea pilota; policy Zero Trust, NAC su dispositivi di manutenzione, runbook incident con isolamento rapido.
- 61–90 giorni: estensione segmentazione, monitoring unificato, template di configurazione, HA verificata, piano patch/hardening OT (con finestre produttive), report alla direzione con KPI.
KPI per misurare la convergenza
- MTBF/MTTR di rete OT e tempi di recovery misurati (<50 ms dove richiesto).
- Numero di conduits con policy applicate e audit superati (IEC 62443).
- Incident cross-domain (IT→OT) ridotti mese su mese.
- % automazioni su provisioning/config (compliance dei template).
- Disponibilità per linea/cella e trend del jitter su traffici critici.
Errori da evitare
- Unire reti senza DMZ industriale e senza regole “OT-aware”.
- Disabilitare ispezioni per “far passare tutto” in fase di avviamento.
- Ignorare i vendor constraints di PLC/HMI (versioni, latenza massima, multicast).
- Nessun piano per l’accesso dei manutentori esterni e la loro identità digitale.
- Non testare failover e restore prima del go-live.
Conclusione
La convergenza IT/OT porta valore se è progettata: segmentazione, SDN, resilienza <50 ms, standard aperti e governance condivisa.
Con una roadmap chiara e KPI oggettivi, riduci rischi, tagli costi e migliori la continuità operativa.
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